sabato 29 ottobre 2011

Parole parole parole

Comunicazione di servizio: se notate un velo di polemica in questo articolo non vi state sbagliando.
Infatti, oggi vorrei discutere con voi del tanto discusso argomento dei costi della politica. L'ispirazione mi è venuta leggendo il Corriere Della Sera di qualche giorno fa.
Ricordate i titoli delle varie testate giornalistiche che hanno contribuito ad arroventare una già calda estate? Quelli che parlavano di un possibile dimezzamento del numero dei parlamentari? Sembrava si dovessero fare tagli epocali, giusto per allinearsi con i parametri degli altri paesi dell'Eurozona (dati che si guardano solo quando fa comodo). Per chi non lo sapesse, infatti, siamo tra gli Stati con il più alto numero di rappresentanti, i quali risultano anche tra i più lautamente retribuiti.
Ma torniamo a un mese fa. A settembre da tutti gli schieramenti politici sono risuonate le voci che evidenziavano la necessità dei tagli sopra citati, fino al punto che qualcuno parlava addirittura di un disegno di legge già pronto. Sembrava ci fossimo vicini.
Qualche giorno fa, invece, il ministro Tremonti si è trovato sul tavolo una lettera proveniente dalla Camera dei Deputati, la quale riportava la previsione di spese per la Camera stessa per il 2014. Ebbene la cifra richiesta ammontava a 992.000.000 €. Novecentonovantadue milioni. Di per se questa somma dice poco. Inizia a farci riflettere quando si nota che è pari a quella del 2012 e del 2013. La domanda ora sorge spontanea: e i tagli dove sono finiti? Solo tante belle parole come al solito? Solo altre illusioni per un popolo che non ne può più di sostenere a proprie spese le inefficienze dei Palazzi di Roma.
Ora, è innegabile che il periodo non sia dei migliori, ma continuare a chiedere sacrifici a chi già ne fa da anni e non toccarsi minimamente le tasche non è di sicuro un segnale di vicinanza alla popolazione che si dovrebbe rappresentare. Anzi, se si vuole essere precisi, bisogna dire che, mentre il PIL dell'ultimo decennio segna un +5%, le spese di Montecitorio registrano un +40%. Niente male.
Che dire di più? I numeri parlano da soli e sono imbarazzanti, ancor di più se confrontati con la medesima voce di spesa di altri Paesi. L'Europa ci ride dietro. Da qui a poco sarà anche più facile licenziare il personale per le aziende in crisi. Ma guai a ridursi un po lo stipendio, anche solo per segnalare che il momento è duro per tutti, per far vedere che solo con sforzi comuni c'è uno spiraglio di speranza di uscire da questo tunnel. Un'altra occasione persa. Peccato.



lunedì 24 ottobre 2011

Giovani 2.0

Da buon universitario tutte le mattine salgo in treno direzione Padova, dove mi aspettano lezioni e compagni. Come tutti i giorni, anche oggi ho avuto modo di vedere in quanti ragazzi facciano la stessa vita che faccio io, quella dello studente. Ma non é la routine di molti ventenni l'argomento del post di stasera. Quello su cui mi vorrei soffermare ora è il futuro che aspetta tutti noi giovani, quello che verrà una volta abbandonati banchi e libri.
Alcuni dati, tanto per iniziare: il tasso di disoccupazione giovanile si aggira attorno al 28%, in notevole aumento rispetto gli anni scorsi e decisamente superiore alla media degli altri paesi OCSE. I salari reali (considerando anche l'effetto dell'inflazione) sono, invece, ben al di sotto di quelli dei nostri colleghi europei. Pensioni? Meglio non parlarne.
Insomma, una volta usciti dall'università non inizia la pacchia, non per tutti almeno. La differenza rispetto a una ventina di anni fa è che non ci è concesso decidere cosa fare, scegliere quello che sarà il lavoro che andremo a fare per tutta la vita. Oggi bisogna ingegnarsi ed inventarsi una professione. Anche oltre i confini dell'Italia. Per questo sono da apprezzare coloro i quali, pur rischiando grosso, si buttano e provano a dare una svolta alla loro esistenza, anche se con scarsi risultati! Stando con le mani in mano e non facendo altro che lamentarsi difficilmente si combina qualcosa. Così come senza la collaborazione è difficile uscire vincitori dall'arena chiamata mondo del lavoro.
Concludo quest'invito all'azione e provo ad animare lo spirito imprenditoriale che più o meno tutti hanno dentro di sè ricordando che molti partendo da zero hanno realizzato il loro sogno, sono diventati qualcuno, vivono felici: tutte cose che non hanno prezzo.

giovedì 20 ottobre 2011

Caos Bankitalia

Tra le numerose questioni che il governo si trova ad affrontare in questo periodo ce n'è una particolarmente scottante, soprattutto per il suo impatto a livello europeo. Il 31 Ottobre, infatti, è il termine ultimo per la nomina del successore di Mario Draghi, il quale lascerà i vertici della Banca D'Italia per andare ad occupare la prestigiosa poltrona di presidente della BCE, la Banca Centrale Europea.
I possibili candidati per il dopo-Draghi a Palazzo Kock, sede di Bankitalia, sono essenzialmente tre:

  • Lorenzo Bini Smaghi. Attuale membro del board della BCE, il più gettonato.
  • Fabrizio Saccomanni. Già direttore generale della Banca D'Italia.
  • Vittorio Grilli. Ora come ora direttore generale del Tesoro.
Un'eventuale candidatura di Bini Smaghi aprirebbe una sorta di incidente diplomatico con la Francia, la quale resterebbe senza rappresentanti nella massima istituzione economica europea dal momento del passaggio di consegne tra Jean Claude Trichet e Draghi. Già a giugno Berlusconi aveva invitato il rappresentante italiano del board BCE alle dimissioni per lasciare spazio ad un membro transalpino. Un'attrito tra Francia e Italia in un periodo così difficile per tutta la zona euro di sicuro non tranquillizzerebbe i mercati, anzi.
L'annuncio del nuovo governatore della Banca D'Italia dovrebbe essere imminente, anche grazie alle sollecitazioni di tutta Europa per dare un segnale di decisione.



sabato 15 ottobre 2011

Indignados

Buongiorno a tutti, cari follower!
Il post di oggi sarà diverso da tutti quelli a cui avete preso visione fino ad ora. Quello di oggi sarà un post scritto da più mani: le mie e le vostre.
Quello che vorrei proporvi, infatti, è una specie di sondaggio, il cui argomento, come ricorda il titolo, sono le proteste a cui stiamo assistendo in questi giorni. Sicuramente ne avrete sentite di tutti i colori dai vari media. Sono giustificati questi malumori? Sono supportate da conoscenza di come effettivamente stanno le cose o si manifesta "per sentito dire"? La violenza è dovuta ad inciviltà o all'esasperazione dei manifestanti? Davvero sono le banche il problema dell'economia del 2011?La situazione è veramente così grave?
A voi la parola!!





sabato 8 ottobre 2011

CDS

Una sigla sta iniziando a farsi sentire con sempre più frequenza in questi giorni nei diversi media. Si tratta di CDS, acronimo inglese che significa Credit Default Swap, uno strumento finanziario, in particolare un derivato, paragonabile ad una polizza assicurativa.
Proviamo a spiegarne il funzionamento dopo averne dato una definizione. Semplificando al massimo sono titoli che permettono ad un investitore di proteggersi dal fallimento di un emittente, dietro il pagamento di un premio. Il motivo della loro notorietà è tanto banale quanto preoccupante: il prezzo del premio per i CDS che coinvolgono l'Italia sta continuamente crescendo, il che vuol dire che il mercato (o gli speculatori) sono sempre più persuasi che un nostro crack sia prossimo. Per capire meglio porterò questo esempio: la vostra assicurazione sulla vita costerà molto di più se avete 70 anni e lavorate in miniera piuttosto che se siete dei giovani impiegati delle statali. Così funziona il mercato dei Credit Default Swap: più sono alte le probabilità di un default, più costerà proteggersi contro questo evento. Attualmente la probabilità che questo avvenga si aggira attorno al 30% nei prossimi 5 anni. Non un bel dato. Capite bene che un aumento del prezzo di questi derivati da luglio è aumentato del 160% circa non è di certo il genere di notizia che fa piacere.
Ulteriore dettaglio sui CDS riguarda il loro mercato: non sono regolamentati, vengono negoziati over the counter, quindi non sono assoggettati a particolari limitazioni o norme, poco limpidi e difficilmente tracciabili.
Queste informazioni chiariscono i motivi delle paure degli alti vertici della finanza europea. Il fatto che siano considerati indice di rischio di fallimento, che siano così popolari ma così tanto oscuri fa temere attacchi speculativi.
Le cause di tanta poca fiducia nell'Italia? Le sappiamo tutti.


venerdì 7 ottobre 2011

Chromezone

Forse dai precedenti articoli lo avevate capito, oggi lo confessiamo: siamo interessati a ciò che riguarda il retail. A conferma di ciò oggi vi parliamo del primo store fisico di Google, da pochissimi giorni aperto nel cuore di Londra e arredato con i tipici colori del marchio. Questo evento ha richiamato l'attenzione di molti esperti del settore, in quanto attraverso questa mossa strategica Google si apre un nuovo canale di vendita diretto. Non solo online, quindi. La finalità principale di questa inaugurazione è stata apertamente dichiarata: l'obiettivo, infatti, è promuovere il Chromebook, il primo notebook con sistema operativo Google Chrome. Toccare, provare, navigare, vivere l'esperienza di una novità in prima persona. Da questo punto di vista si può dire che l'esperienza più che positiva di Apple abbia fatto da fonte di ispirazione. Vedremo se il successo sarà lo stesso, anche se la vediamo difficile visto che un Apple Store fattura qualcosa come oltre 30 mila euro al metro quadro all'anno.





Il Chromebook.



mercoledì 5 ottobre 2011

Tassa.li

Quante volte ci è capitato di andare in qualsiasi negozio e uscirne senza lo scontrino? Magari senza farci caso o senza darci troppo peso. Ecco, così facendo avete assistito ad un episodio di evasione fiscale.
Oggi parleremo di un'applicazione per smartphone che ci consente di passare all'azione, di essere soldati nella battaglia contro questo dilagante fenomeno. Stiamo parlando di tassa.li, nato dall'idea di Edoardo Serra, giovane imprenditore con la passione per il web. Tassa.li consente a chiunque ne faccia uso di segnalare situazioni di evasione fiscale pur restando nell'anonimato: nel sito è possibile vedere la mappa dei luoghi da dove sono arrivate le segnalazioni e il numero totale di queste, oltre alla cifra evasa nel complesso. Per ulteriori informazioni consiglio a tutti di dare un occhio alla pagina web, davvero molto interessante e utile.
Chiudo ricordando a tutti che non farsi fare una fattura o non esigere lo scontrino è un autogol: l'esercente evita di saldare i propri conti con lo Stato sia attraverso la non corretta disciplina dell'IVA sia perchè il suo imponibile risulta inferiore e la somma che il fisco si aspettava di raccogliere ma che non ha ottenuto ce la troveremo spartita l'anno successivo sotto forma di maggiori tasse. Non lamentiamoci, quindi, se anche noi nel nostro piccolo non siamo cittadini modello.


p.s. tassa.li è disponibile nei vari market online dei rispettivi sistemi operativi.